….. cantava Giorgio Gaber qualche anno fa, qua ne diamo due esempi.
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TAGLIO AL FONDO PER I DISTURBI ALIMENTARI
Nell’ultima Legge di bilancio il governo ha scelto, a dispetto di slogan e propaganda, di fare cassa sui più fragili. Un esempio è il taglio dello stanziamento del Fondo Nazionale per il contrasto ai disturbi del comportamento alimentare, pari a 25 milioni, istituito nel 2021 dal Governo Draghi proprio per sopperire alla inadeguatezza del servizio pubblico nel dare risposta a queste malattie ormai estremamente diffuse. Prontamente tantissime associazioni, studenti e studentesse si sono mobilitati ed hanno organizzato, nel mese di gennaio u.s., manifestazioni di protesta in oltre 28 piazze in tutta Italia, costringendo il governo a tornare parzialmente sui suoi passi, destinando, per il solo anno 2024 però, una somma pari ad €. 10.000,00, comunque nettamente insufficiente. I nostri consiglieri in Consiglio Comunale hanno presentato una Mozione approvata con emendamenti per sensibilizzare sull’argomento e richiamare il Governo a finanziare le azioni di contrasto ai disturbi alimentari.
ASSEGNO UICO UNIVERSALE PER LE FAMIGLIE
Nel frattempo l’ISTAT, l’istituto di statistica, ha certificato che nel corso del 2023 le diseguaglianze nel nostro paese sono, almeno lievemente, diminuite. Questa grazie ad alcuni provvedimenti introdotti negli scorsi anni ed in particolare l’assegno unico e universale (AUU) approvato nel 2022, fortemente voluto proprio dal nostro partito. Nel 2023 l’assegno unico è stato percepito dal 25,3% delle famiglie residenti in Italia, pari al 92,5% delle famiglie con figli a carico fino ai 21 anni. L’importo medio dell’assegno unico è stimato pari a 2.947 euro (circa 245 euro mensili). Gli importi medi più elevati si registrano per le famiglie appartenenti al primo (3.765 euro) e al secondo quinto (3.740 euro), vale a dire le famiglie con maggiori difficoltà economiche. Sono le famiglie che appartengono ai due quinti più poveri quelle che hanno sperimentano un maggiore guadagno relativo; e le stesse famiglie sono anche destinatarie della quota maggioritaria del guadagno totale (53,9%).
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